Ansia da autonomia: un limite reale per l’acquisto di auto elettriche?
La mia user experience alla guida di un’auto elettrica si riassume in tre parole: “ansia da autonomia”
Riportiamo la simpatica testimonianza di una guidatrice americana proprietaria di una Nissan Leaf che pone il problema dell’ansia da autonomia e indica quali, secondo lei, possono essere alcuni dei fattori che aumentano tale ansia.
Lavoro a Evanston (Illinois – USA) e faccio la pendolare percorrendo circa 11 km giornalieri in andata e ritorno. Poiché la mia vecchia utilitaria stava per abbandonarmi, al momento dell’acquisto di una nuova auto mi sono chiesta: perché non prendere una macchina elettrica? Così ho comprato una Nissan Leaf. Mi piace molto e la adoro! Naturalmente, non ho potuto fare a meno di riflettere sulla mia nuova esperienza di guida… e sono giunta a questa conclusione: Anche se la soglia dei 150 km di autonomia è maggiore della mia media chilometrica settimanale, soffro ancora di ansia da autonomia.
Il dizionario Oxford definisce come “ansia da autonomia” la:
Preoccupazione da parte di una persona, alla guida di una vettura elettrica, che la batteria si esaurirà prima del raggiungimento della destinazione o di un punto di ricarica.
Allora perché provo ansia pur essendo una candidata perfetta per un’auto elettrica? E perché, come la maggior parte delle persone, sono incline all’ansia? Una motivazione me la sono data … ma penso che sia più di tutto questo. Credo che l’interfaccia promuova l’ansia in diversi modi:
- Ovunque guardo, la mia auto mi informa sull’autonomia che ho. In un veicolo standard si dispone di un misuratore di carburante che dice a che punto è il serbatoio. Nella mia macchina, ho una bomba a orologeria che conta fino a quando non sarò più in grado di guidare. Il display mostra la mia autonomia a caratteri grandi accanto all’immagine grafica che indica lo stato di carica della batteria. Non è sufficiente dire quanta carica mi rimane nella batteria?
- Quando accendo il condizionatore d’aria o il riscaldamento, la mia macchina mi permette di sapere quale impatto avrà sul consumo. Improvvisamente, mi sono resa conto che anche ricaricare il mio telefono inciderà sul consumo così come l’utilizzo della radio. Tutto ha un costo, e, puntuale, la mia macchina fa in modo che io lo sappia.
- Lungo la parte superiore del cruscotto, c’è un piccolo indicatore per aiutarmi a ricordare di guidare in modo più economico ed efficiente. Appena sotto di esso, c’è una serie di pallini che comunicano quanta energia sto consumando quando accelero e di quanto si ricarica mentre rallento. Mi ritrovo a guardare queste metriche molto più della mia velocità.
Tutte queste informazioni sull’interfaccia è bene averle, ma informano costantemente che le risorse non sono illimitate. Ho scoperto che analizzando attentamente le informazioni non sono riuscita a capire la “formula” per calcolare la mia autonomia. Mi rendo perfettamente conto che quando la mia carica si esaurisce non sarò in grado di fermarmi a un distributore di benzina per 10 minuti come tutti gli altri e tornare sulla strada senza preoccupazione. Mentre i tempi di ricarica variano in base alla velocità di ricarica del caricabatterie, con quello a presa standard che viene fornito con la macchina ci vogliono più di 12 ore per caricare completamente la macchina. Questo è un grande impegno e la mia macchina me lo ricorda costantemente. Nonostante tutto continuo a ripetere a me stessa che non sto guidando per ore ma compio in media solo undici chilometri al giorno. È vero che ci sono delle limitazioni a possedere una macchina elettrica, ma io sono comunque felice. Nel corso dell’ultimo mese l’ansia è diminuita. Ma che dire a tutti gli altri? Che dire a milioni di altre persone che potrebbero acquistare un’auto elettrica, ma non lo faranno a causa dell’ansia da autonomia?
Quando il dizionario Oxford definisce l’ansia da autonomia, fornisce questa frase di chiarimento: “l’ansia da autonomia è spesso citata come la ragione più importante per cui molti sono riluttanti ad acquistare le auto elettriche”.
La mia domanda è: quali sono i produttori di auto elettriche che hanno intenzione di fare qualcosa al riguardo? La sfida progettuale per queste case automobilistiche sarà di comunicare tutte queste nuove informazioni senza confondere gli utenti e non provocando ansia da autonomia. Come possono informarci sul consumo di energia, mentre noi siamo sicuri che i nostri bisogni siano soddisfatti? Il mio consiglio è: venire al sodo e dire quanta energia si ha a disposizione invece della autonomia stimata. Una percentuale di carica della batteria è semplicemente più informativa. Visualizzare poi la distanza in km puramente come una stima, così gli utenti non devono indovinare come si calcola. Questo cambiamento potrebbe rimuovere una grande componente dell’ansia.
Inoltre, bisognerebbe aiutare gli utenti a capire come utilizzare al meglio la propria auto. Possedere una macchina elettrica con i limiti attuali di autonomia richiede un po’ di pianificazione. Così sarebbe utile aiutarli a pianificare meglio i propri viaggi. Ad esempio, aiutarli a stimare le loro esigenze di guida media per una settimana oppure cosa comporta nella loro vita l’utilizzo di una macchina elettrica. Una volta che un utente possiede un’auto elettrica e ha familiarità con il suo uso giornaliero, egli avrebbe solo bisogno di aiuto per pianificare l’utilizzo della batteria per i viaggi più lunghi. Il GPS mostra già un eco-percorso rispetto al percorso più veloce, ma non c’è alcuna connessione con lo stato corrente della batteria. Sarebbe bello sapere quanta batteria rimarrà alla fine del viaggio per contribuire a rendere più consapevole una decisione. Mi piacerebbe vedere l’industria automobilistica affrontare attivamente il problema di gestione dell’ansia da autonomia.
Facciamo in modo che sia più facile per le persone acquistare una macchina elettrica! Rendiamola divertente da guidare e facile da utilizzare!
Grazie per l’attenzione,
Team GAA
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