Driverless: una rivoluzione di vasta portata
La rivoluzione “driverless”
La rivoluzione del settore informatico e tecnologico sta scalando in modo prorompente anche al settore automotive, con impatti e ripercussioni nel campo socio-economico. Nel vocabolario comune nuovi termini si stanno imponendo: driverless, self-driving. Il tutto si riferisce ai veicoli automatizzati senza conducente.
La transizione totale da veicoli tradizionali ad auto self-driving, impiegherà ancora un po’ di tempo, ma la loro automazione sta già influenzando la visione dei trasporti e sta contribuendo a forti cambiamenti dei modelli di business in tutta l’industria automobilistica. Per il futuro si prevedono nuove opportunità di business su larga scala, che toccano le aziende e le industrie anche al di là del settore automobilistico, dando vita ad una vasta gamma di prodotti e servizi.
Nuovi modelli di business
Al momento abbiamo Uber, che in collaborazione con la Canergie Mellon University sta realizzando una struttura a Pittsburg per lo sviluppo di veicoli a guida autonoma in concorrenza a Google che sta spingendo, con test significativi anche sulle strade, la sua auto self-driving e studiando anche un modello di ride sharing, cioè di condivisione del percorso tra più persone con la stessa auto.
Nel frattempo, Apple si starebbe preparando a sfidare Tesla nel campo delle auto elettriche e la Silicon Valley sta investendo anche nel settore auto. Si tratta di segnali importanti che vedono la nascita di nuove imprese in un nuovo mercato che potrebbe vedere la smart mobility (o mobilità intelligente) perfettamente integrata nella nostra vita. Si consideri, ad esempio, la possibilità di fornire mobilità come servizio utilizzando veicoli driverless on-demand.
Una ricerca effettuata da Deloitte mostra che, per molte persone, soprattutto nelle aree urbane, l’auto di proprietà è sempre meno indispensabile. Un capitale investito che resta inutilizzato anche per circa 20 ore al giorno. La soluzione di veicoli on-demand driverless condivisi fornisce una scelta sensata per sostituire la seconda auto e di qui potrebbe aprirsi una sfida anche per la prima auto.
I risultati di un recente studio dell’International Transport Forum sull’impatto dell’impiego di veicoli senza conducente condivisi per la città di Lisbona in Portogallo, ha dimostrato che le esigenze di mobilità della città possono essere soddisfatte con il solo 35% dei veicoli nelle ore di punta, quando si utilizzano veicoli senza guidatore condivisi e complementari al servizio ferroviario. Nell’ambito delle 24 ore, la città avrebbe bisogno solo del 10% delle auto esistenti per soddisfare le proprie esigenze di trasporto. Lo studio di Lisbona ha evidenziato che, mentre il volume complessivo degli spostamenti in automobile probabilmente aumenterà (perché i veicoli si dovranno riposizionare dopo che i passeggeri sono scesi), i veicoli driverless potrebbero ulteriormente contribuire in modo positivo nella lotta contro l’inquinamento atmosferico se fossero completamente elettrici.
Infine l’impiego massiccio di questi mezzi in modo condiviso potrebbe ridurre notevolmente lo spazio urbano dedicato ai parcheggi, liberando una superficie equivalente a 210 campi da calcio, ovvero quasi il 20% dei marciapiede.
Altri studi hanno inoltre dimostrato che il ride sharing dinamico con veicoli self-driving aumenterà l’utilizzo del veicolo fino a otto ore al giorno.
Assicurazione auto
Un recente studio di McKinsey sulle tecnologie dirompenti suggerisce che fino al 90% di tutti gli incidenti potrebbero essere evitati da veicoli senza conducente. E allora ci si chiede perché stipulare l’assicurazione se l’automazione contribuirà ad avere sempre meno incidenti?
“La verità è che, se si tratta di un modo più sicuro di guida, è bene per la società ed è un male per la nostra attività di assicurazione”, dice il magnate statunitense Warren Buffet quando gli si chiede dell’impatto che i veicoli driverless possano avere sulla sua filiale di assicurazione auto. “Tutto ciò che taglia gli incidenti del 30%, 40%, 50% sarebbe meraviglioso, ma non non è il massimo per la nostra compagnia di assicurazioni.”
Altri studi hanno ipotizzato che i premi potrebbero essere ridotti del 75%, soprattutto se i conducenti non sono più necessari per ottenere una copertura nella guida del veicolo, e la responsabilità è spostata dal conducente ai produttori e alle aziende di tecnologia. In questo scenario, gli assicuratori potrebbero anzichè coprire i clienti privati dal rischio legato all’errore umano, far riferimento ai produttori e ai fornitori di mobilità per guasti tecnici.
Saranno i veicoli driverless a modificare il concetto di “proprietà” dell’auto?
In un certo senso, non si potrà comunque più possedere ogni parte dell’auto a conduzione autonoma. I costruttori di tali veicoli sostengono che poiché sono proprietari del software che gestisce il veicolo, allora saranno possessori anche della macchina che esegue il programma. Nei commenti presentati alla US Copyright Office, i costruttori dei veicoli sostengono che gli acquirenti abbiano solo la licenza del prodotto e sarebbe pericoloso per loro modificare il software del veicolo o addirittura fare una riparazione. Il Copyright Office è attualmente in possesso di un’audizione sul tema. Se la spunteranno i costruttori, si creerà un precedente che può cambiare l’intero panorama legislativo riguardo alla proprietà del veicolo.
Gli scenari che si prospettano sono tanti, tenendo conto poi che non tutti saranno disposti a smettere di guidare oppure ad accettare “auto passaggi”.
La realtà è che i veicoli senza guidatore stanno arrivando e avranno impatti socio-economici importanti sulla nostra società sia positivi che negativi. Li vedremo nell’ambito del trasporto urbano, avranno un ruolo importante nel fornire nuove soluzioni per la mobilità, per migliorare la sicurezza stradale e promuovere la mobilità a basse emissioni. Sarà il mercato in ultima analisi a determinare se avranno successo.
La sfida per il futuro è aperta e voi che ne pensate?
Per un ulteriore approfondimento consultate anche il nostro articolo “L’auto del futuro”.
Alla prossima,
Team GAA
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